Santa Caterina Martire
L’archivio del monastero di Santa Caterina Martire è conservato all’Archivio di Stato di Verona; pervenne in questa sede dagli Antichi Archivi Veronesi, dove era giunto nel 1868; precedentemente era conservato presso gli uffici finanziari a seguito delle soppressioni napoleoniche degli anni 1806-1810.
La chiesa di Santa Caterina Martire risulta con tale intitolazione in un diploma di conferma emesso dal vescovo Bartolomeo nel 1278, e sostituisce tra il 1197 e questa data una precedente intitolazione della chiesa a San Martino. Nel 1197 appunto il vescovo Adelardo consacra entro San Martino a Cornedolo (attuale Pestrino) un altare a Santa Caterina Martire, e nel 1278 la stessa chiesa è detta di Santa Caterina «que olim vocabatur ecclesia Sancti Martini ad Cornedum»[1] e risulta dipendere dal monastero di San Fermo (Maggiore)[2]. Dal Pestrino il monastero si spostò per la "spianata" nella contrada di San Silvestro e nell’occasione passo sotto la giurisdizione vescovile, e rimase in questa sede fino alla soppressione del 1806.
L’archivio conserva 6 pergamene datate entro il XII secolo. Al riordino di questo archivio lavorò attorno al 1772 Francesco Maria Menegatti, che compilò anche una raccolta di trascrizioni di documenti posteriori al 1208[3].
Probabilmente all'intervento di Menegatti si devono gli attergati che indicano un ordinamento per mazzo e rotolo. L’attuale ordinamento delle pergamene in serie cronologica venne attuato all’interno degli Antichi Archivi Veronesi: si distinguono qui le sezioni Pergamene, Pergamene appendice* e Diplomi appendice*.
Serie riprodotte: Pergamene, Pergamene appendice*; Diplomi appendice*
Riferimenti: GASVr, p. 1289; Segala, Monasteriorum memoria, p. 202.
Strumenti: ASVr, Inventari, VI, p. 17.
[1] SCM, Diplomi, 1: due pergamene cucite.
[2] Biancolini, Notizie storiche, V, 1, pp. 8-14; sulle vicende del monastero e relativa bibliografia anche Segala, Monasteriorum memoria, pp. 200-203.
[3] SCM, reg. 114; cfr. Sancassani, Lavori di ordinamento, p. 6; Sancassani, Gli Archivi veronesi, p. 79.